30-05-2014 – Serve una maggiore attenzione e sensibilizzazione sui Piani per il Governo del Territorio

Testo scritto dalla Commissione Paesaggio

Ognuno di noi, attraverso la propria esperienza e la propria formazione, ha formalizzato una personale coscienza, un proprio pensiero ed un personale grado di sensibilità nei confronti della tematica “paesaggio”.

Tutti gli enti istituzionali e comunitari a noi sovraordinati, hanno formalizzato istanze, aperto riflessioni e dibattiti, finanziato studi, analisi e ricerche che nel loro insieme formano un vastissimo e raffinato compendio culturale e conoscitivo su cosa si intenda per paesaggio, su quali siano gli elementi che lo definiscono e lo costituiscono, su quali siano le attenzioni da mettere in opera per impedire che la cancellazione di quegli elementi sia causa della perdita di identità e di valori paesaggistici.

La cancellazione o la perdita di valori paesaggistici riconosciuti, produce, oltre che un danno culturale etico e sociale, un danno economico che si ripercuote sui valori economici di rendita di un intero territorio.
La presa di coscienza della necessità di indirizzarsi verso un obiettivo comunemente condiviso, ha portato alla promulgazione di un apparato normativo, supportato e derivato dagli studi prodotti, strumentale a perseguire, attraverso l’interazione dei vari livelli operativi, l’obiettivo della tutela e della conservazione del paesaggio.
Ne deriva che, indipendentemente dalla propria cultura personale, dalla propria posizione e dalla sensibilità che singolarmente assumiamo nei confronti del paesaggio, siamo tenuti al rispetto delle normative che, tentando di ovviare al deficit culturale che le rende necessarie, cercano di governare i fenomeni di trasformazione del territorio, funzionalmente al perseguimento dell’obiettivo che gli enti istituzionali e comunitari si sono prefissati.

Nella nuova amministrazione il futuro del territorio è relegato a indicazioni sintetiche. È la meno approfondita tra le varie tematiche indagate, spesso criptica o quantomeno poco esplicativa. Se ne deducono più che altro le intenzioni, ma mancano le modalità applicative (è abbozzato il cosa ma non indica il come). Il sistema della perequazione ha consentito all’amministrazione di realizzare alcuni obiettivi ritenuti strategici e di acquisire congiuntamente delle aree. Risulta poco condivisibile il proseguire in ulteriori azioni perequative per acquisire nuove aree da parte dell’Amministrazione, fintanto che permane una condizione di bilancio economico che non permette di realizzare gli interventi previsti in quelle già acquisite. Nel programma elettorale non è indicato quale atteggiamento verrà assunto nei confronti degli indirizzi dell’attuale Piano per il Governo del Territorio che, va ricordato, è lo strumento che l’Amministrazione ha per gestire il proprio territorio.
Allo stato attuale delle cose, vista la contingenza economica e la tendenza della crescita demografica, appare insufficiente porre una limitazione al consumo di suolo e di nuova edificazione, ma sarebbe auspicabile quantomeno immaginare un processo di rigido arresto, se non proprio di decrescita urbanistica.
Il centro storico è soggetto a una generalizzata dequalificazione estetica e sociale, a causa dello stato di inutilizzo di un patrimonio immobiliare che, se recuperato, da solo potrebbe soddisfare le future esigenze di insediamento abitativo, evitando la definizione di ulteriori ambiti edificatori.

Nessuna lista affronta la tematica delle aree industriali, sia quelle dismesse, per le quali bisognerà ipotizzare un percorso di recupero e riconversione, sia per quelle attuali considerate a torto porzioni di territorio da sacrificare in ragione della necessità produttiva. Di fatto, sono aree di alienazione e di forte degrado paesaggistico, causato da scarsa qualità del costruito, dalla mancanza di manutenzione degli edifici e delle opere di mitigazione, oltreché interessate da diffusi processi di dismissione e abbandono.

Ancora nessun commento.

Lascia un commento